2011 – Comincia qui l’economia della felicità?

Il titolo è quello del post di oggi scritto da Cristiano Bottone su Transition Italia, buona lettura.

Gli amici del Post Carbon Institute presentano oggi l’anteprima del nuovo film “The Economics of Happiness” un film di Helena Norberg-Hodge, Steven Gorelick e John Page con la partecipazione di Vandana Shiva, Bill McKibben, David Korten, Michael Shuman, Juliet Schor, Richard Heinberg, Rob Hopkins, Andrew Simms, Zac Goldsmith, Samdhong Rinpoche.

Prendo spunto da questo per riflettere sul fatto che, archiviati i primi 10 anni del secolo, questo potrebbe essere il decennio in cui l’umanità prende finalmente piena coscienza della situazione sociale, economica e ambientale che abbiamo prodotto e decide di riorganizzarsi attorno a nuovi concetti, nuove idee, nuove linee evolutive.

I prossimi anni

I prossimi 10 anni potrebbero essere meravigliosamente rivoluzionari o semplicemente terrificanti (o una delle sfumature intermedie possibili). Non serve un gan che tentare previsioni perché, come è sempre stato, il futuro siamo noi. Dipende da noi quello che succederà, dalle nostre scelte in tutti gli ambiti della nostra vita. Ma per cominciare a scegliere, primo passo è vedere il mondo per come è, e ora direi che si vede abbastanza bene.

La home page di ieri del Financial Times è piuttosto utile per fare il punto: il petrolio costa troppo, crisi alimentare già in corso, rischio debito per gli stati. Oggi trovate le stesse cose anche su Repubblica, trafilettino addirittura in prima pagina e pagine 8 e 9 all’interno (gli altri giornali italiani parlano solo di cashmere e amenità di politica interna). Sul Sole 24 Ore troviamo però un simpatico articolo sul fatto che gli USA sono a rischio di default, sì come Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna, Italia, Gran Bretagna, ecc. Ah, dimenticavo, Tremonti da Parigi dichiara: la crisi non è finita.

(aggiungo questo articolo di Federico Rampini su Repubblica.it “IlTabù Infranto da Geithner”, l’America a rischio default)

Che mi sto dimenticando? Mmmmm vediamo… ah sì, il clima. La situazione climatica è semplicemente sconcertante. L’Australia affoga, la fascia tropicale si è allargata, probabilmente abbiamo già condannato all’estinzione tutte le barriere coralline del mondo, il ghiacciaio Chacaltaya in Bolivia non c’è più (era lì da 18.000 anni) i dati (NOAA) sul metano in atmosfera ci dicono che sta aumentando pure lui (è un gas serra molto più potente del CO2). Tutto questo per dire che le conseguenze del riscaldamento globale sono già tutte qui, non cose di cui si preoccuperanno i nostri nipoti.

Un bell’inizio d’anno

Sembrerebbe proprio un bell’inizio d’anno no? Beh… in realtà, va tutto più o meno come previsto. Io ne parlo da 2 anni e mezzo, Hopkins ci lavora da quasi 5, gente come Ugo Bardi e altri da quasi venti e a grandi linee abbiamo (almeno alcune aree della comunità scientifica) le idee abbastanza chiare su questo percorso almeno dagli anni ’70.

Ok, potrebbe essere il momento di fare qualcosa, che dite? Forse questa è la ragione per cui vi siete messi a frequentare questo blog. Allora prendiamo la palla al balzo e proviamo a fare qualche buon proposito per il nuovo anno.

1. Informatevi meglio. Approfondite bene i temi e curate la vostra “transizione interiore”, ovvero quel processo che comincia comprendendo “veramente” com’è fatto il mondo in cui viviamo. Convincetevi che gran parte dell’immagine del mondo che avete in testa è sostanzialmente falsa. Quasi nulla è come pensate che sia.

2. Il secondo passo è: parlarne con qualcuno che viva vicino a voi. Ancora meglio, scoprite le cose insieme, condividete. Non cercate anime gemelle a 100 o 1.000 o 10.000 km di distanza da voi, lasciate perdere internet per un po’, uscite fuori di casa (anzi cominciate in casa) e incontrate persone che vivono nel vostro quartiere, isolato, condominio, vicinato. Organizzatevi in piccoli gruppi (in 10 siete già troppi) e guardate film, leggete libri, chiacchierate, fate venire persone competenti (non sono semplici da trovare, nel caso vi aiutiamo noi), parlate, ragionate, cercate di capire come tutte le cose che stanno emergendo sono collegate tra loro. Non concentratevi su un solo aspetto, guardateli tutti assieme, indagate sulle connessioni. Nel fare tutto questo, lasciate perdere le ideologie, la destra e la sinistra, i buoni e i cattivi, risparmiatevi la fatica di individuare i nemici e gli amici, rinunciate all’idea che esistano soluzioni miracolose a un singolo problema, fate finta di essere un marziano che studia un pianeta sconosciuto e i suoi abitanti. È importante, davvero, credetemi.

3. Se siete riusciti nel passo uno e due (il 2 è difficilissimo, non perché sia davvero difficile, ma solo perché non siamo preparati ad avere relazioni con gli altri esseri umani e ad essere obiettivi), ora è il momento di concedervi un po’ di tempo per soffrire. Sì, vedere il mondo com’è fa male, parecchio (probabilmente farebbe male anche a un marziano). È normale, è come quando si scopre che Babbo Natale non esiste e il solo fatto di avere queste nuove informazioni modificherà in modo progressivo e sostanziale tutto l’assetto della vostra vita. Se lo fate in gruppo, il dolore sarà più lieve e durerà meno. Questa è una delle ragioni per cui il punto 2 è fondamentale (ma ce ne sono altre che vedremo più avanti). Qualcuno soffre per mesi, qualcuno per qualche ora, ma quasi tutti poi sono dotati di una straordinaria energia: si è creato uno dei presupposti del cambiamento.

4. Fatto? Ok, Siete in Transizione. Ora siete in condizione di scoprire, la parte più emozionante e divertente. Forse vi sarà venuta voglia di formare un Gruppo Guida, forse no, non importa, siete in ballo e ballerete ed è molto probabile che questo ballo vi piaccia parecchio.

Ne parliamo nel prossimo post.

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