398,35 pronti per il grande salto?

Non rientra nelle buone notizie, anzi, ma la consapevolezza può a dare una spinta alla voglia di agire e rende più determinati. Dal blog di Transition Italia:

Era il 1986, sembra un tempo ormai lontano, ed è stata l’ultima volta che la concentrazione di CO2 nell’atmosfera terreste è stata sotto il livello di guardia di 350 parti per milione (ppm). Sono passati 27 anni da quando, per l’ultima volta, abbiamo visto un mese in cui la temperatura fosse più fredda della media.

Ora si avvicina il momento storico in cui sfonderemo il muro delle 400 ppm, il “lieto” evento è previsto nel maggio di quest’anno. È un’altro di quei passaggi che potrete raccontare ai nipotini (beh… forse) dicendo: io c’ero. Quindi è mia premura avvertirvi per tempo, in modo che non ve lo perdiate (un po’ come si fa per le eclissi).

Ma dove si va dopo aver passato la soglia? Ci aiuta a capirlo il grafico qui sopra e alcuni specchietti diffusi da Climate Nexus, come sempre si ragiona per scenari (da 1 a 4) e si prova a capire che succede nei vari casi. Vediamo…

SCENARIO 1 – NESSUNA AZIONE
Impatto non prevedibile e catastrofico sull’intera popolazione umana. Le emissioni continuano indefinitamente. La temperatura media aumenta oltre i 6°C.

SCENARIO 2 – AZIONE RITARDATA
Migrazioni di massa da aree che diventeranno non abitabili. Intensissime ondate di calore diffuse ovunque. Estinzioni di massa. La concentrazione di CO2 supera 700 ppm con un aumento della temperatura media di 4,5° C.

SCENARIO 3 – AZIONE PARZIALE
Le ondate di calore estremo e temperature estive molto alte diventano più comuni. L’acidificazione oceanica danneggia la barriera corallina e i molluschi. Più frequenti i fenomeni meteorologici estremi con danni che costeranno molto più delle azioni di mitigazione. La concentrazione di CO2 si stabilizza a 550 ppm e la temperatura media a + 3,6°C. Le emissioni raggiungono il picco nel 2040.

SCENARIO 4 – AZIONE DECISA
Gli eventi atmosferici estremi aumentano in frequenza e intensità. L’aumento del livello marino minaccia le città costiere. La concentrazione di CO2 nel tempo potrà stabilizzarsi su 350 ppm e la temperatura media sui + 2° C. Le emissioni globali raggiungono il picco nel 2020. Questo richiederebbe molti nuovi investimenti nelle energie rinnovabili e l’abbandono delle fonti fossili.

Climate Nexus compone questo quadro traendo dati sulle emissioni dal Potsdam Institute for Climate Change, le proiezioni dell’IPCC, Skeptical Science e dagli studi della World Bank. Se ne avete voglia potete trovare molti altri studi, dati, proiezioni, più o meno ottimistici di questo.

Il punto è che ancora siamo lontani dal fare davvero entrare nelle nostre vite questa realtà, si può quindi cogliere questa occasione del passaggio di soglia, per tornare sull’argomento e proseguire il percorso di riconnessione dei sapiens con la fisica pianeta che abitano… c’è fretta.

2 pensieri su “398,35 pronti per il grande salto?

  1. e allora ci decidiamo a diventare tutti vegani? gli allevamenti animali producono più CO2 dei trasporti e delle industrie.
    smettiamola di prenderci in giro con le targhe alterne, i blocchi del traffico, le giornate senz’auto e cominciamo invece a fare qualcosa di veramente sensato eliminando i prodotti animali dalle nostre tavole!
    per chi vuole approfondire, è disponibile su you tube il video “meat the truth”

  2. Pingback: Rob Hopkins : Perché marco il passaggio a 400 ppm tornando su un aereo | Ferrara verso la Transizione

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